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The Chronicles of Zeus.

Shooting Stars

The Chronicles of Zeus.

Shooting Stars

Comincia l'avventura di Will Parker. La giornata che sta per cominciare questo ragazzo sarà tutt'altro che una comune giornata.

Shooting Stars (Stelle Cadenti)

Capitolo I - Un brusco risveglio

7/09/2005 - rinox

Comincia sempre allo stesso modo, e allo stesso modo finisce. La luce alla fine è così intensa da non potere vedere niente. Solo luce. Tanta luce. Ormai è da molto tempo che questo sogno turba le notti di Will, ed ad ogni mattina la sensazione al risveglio è sempre la stessa.
A voi è mai capitato di avere una strana sensazione al risveglio? Un presentimento su come sarà la giornata?
A volte capita di avere queste giornate.
Per alcune persone questa sensazione si ripete giorno dopo giorno. Per altre un po’ più raramente. Ma il denominatore comune è che qualcosa in noi ci avverte, ci presagisce qualcosa, una sensazione, un sesto senso.
Proprio oggi Will sta per avere una di queste sensazioni. Ultimamente gli capita sempre più spesso.
E’ una persona molto impegnata, almeno, cerca di esserla, specie da quando Vera lo ha lasciato.
Sono passati solo 8 mesi dalla sua separazione. Non è stata una bella giornata quella in cui Will trovò Vera con suo padre. In auto. Di fronte casa sua.
Incredibile ma vero.
Ancora oggi non capisce come sia accaduto.
Dopo allora Will cambiò città, meglio dire che cambiò Stato.
Will è americano, nato negli States, a Rockville nel Maryland. Nato da madre italiana e padre francese.
Il padre, Paul, si spostava continuamente e quando amava Lidia, la madre di Will, la portava sempre con se.
Era un ricercatore. A quel tempo raccoglieva dati e svolgeva diversi esperimenti su uomini e donne volontari che incontrava nei vari Stati in cui si andava spostando.
Successivamente nel 1990 si trasferì con Lidia e il piccolo Will, che allora aveva poco meno di 12 anni, a Rockville nel Maryland, poiché riuscì a farsi assumere alla Celera Genomics, un laboratorio privato di un eccentrico miliardario, Mr Robert Murdock, il quale aveva investito il 45% del suo capitale nel progetto “Genoma Umano”, e dopo diversi anni cominciò a raccoglierne i frutti. Il contributo che da lì a poco avrebbe dato Paul Parker sarebbe stato notevole.
Per questo motivo in breve tempo il dottor Parker si ritagliò all’interno della Celera una posizione di privilegio e rispetto.
Adesso sono appena le 7 e 10 del mattino, ma Will si sveglia improvvisamente. – Ma che cazz…? – esclamò. – Ancora questo maledetto sogno! –
Nella penombra della sua camera da letto d’istinto afferra la cornetta del telefono sul comodino alla sua sinistra. L’occhio destro, ancora semichiuso guarda la luce che filtra fra le tende, dopo da un occhiata all’orologio che porta al polso, un piccolo orologio d’oro.
Era di sua madre.
Il telefono è in stile anni ’70 che strizza l’occhio ai vecchi telefoni a forcella degli anni ’40. Non lo si direbbe ma a Will piacciono le anticaglie.
Con la mano sinistra tiene in mano la cornetta e con la destra inizia a girare la rotella.
Farlo da appena svegli costa un po’ di fatica, ma a Will piace così.
Compone un numero che dà l’impressione di conoscere molto bene. Dalla cornetta il telefono emette il suo cupo suono che indica che la linea è libera.
–Pronto?– Risponde una voce di donna. La voce è bassa. Sicuramente è stata appena svegliata.
-Dottoressa Randy? Sono Parker.-
-Will…- La voce è della dottoressa Randy Bristow, l’unica psichiatra di Spring Valley.
Forse per l’ora della telefonata, forse perché non si aspettava che fosse Will, ma la dottoressa viene colpita da una di quelle sensazioni di cui parlavamo prima… capisce che la sua giornata sta cominciando molto male.
-…sono solo le 7 del mattino, Will, per favore torna a dormire.-
-Lo so, lo so…mi perdoni per l’ora.- Will percepisce che i nervi della dottoressa con lui ogni volta sono messi a dura prova.
-Ho bisogno di prendere un appuntamento, per oggi.-
-Will… ci siamo visti ieri sera… cosa può esserti successo in meno di dieci ore di così importante da tornare qui?-
-Un sogno…-, rispose con voce fioca Will.
La risposta della dottoressa non si fece attendere.
-Will, per favore… quante volte ne abbiamo già parlato… sono, quanti, quattro mesi che ne parliamo, nonostante possa capire il grande shock che hai vissuto, sei tu che devi comprendere che il tuo incubo è frutto dello stress seguente… questa volta non voglio concederti questa seduta! Ascoltami bene, sono passati, quanti… otto mesi da quando ti sei trasferito in questo buco che è Spring Valley e non sei neppure mai stato a Las Vegas, che sta a solo un’ora d’auto da qui… Non esci mai di casa se non per venire da me o per andare a lavorare… credo che la tua sofferenza sia arrivata a limiti insostenibili. Tante storie d’amore finiscono male. Sei in buona compagnia, credimi, altrimenti non lavorerei così tanto. Questo è il mio ultimo consiglio. Esci da quel buco pieno di termiti che tu chiami casa. Vai a farti un paio di birre in uno strip bar…-
La dottoressa Randy Bristow non credeva neppure lei a quello che stava dicendo, in 26 anni di carriera non si era mai espressa in maniera così cruda.
-…conosci una bella tipa, bionda, con un paio di tette grandi, come piacciono a voi maschioni, possibilmente anche stupida, falla ubriacare e scopatela!-
La dottoressa aveva toccato il fondo, mancava solo il colpo di grazia.
-Ho provato a dirtelo in tutti i modi… quella Vera è una puttana… non gli è mai importato niente di te… fin dall’inizio puntava al tuo portafoglio… del resto cosa ti aspettavi da una tipa conosciuta in un bar… sei un bravo ragazzo Will, e sei anche intelligente, non farti angosciare da stupide paure. Torna a vivere.-
-…-, Will non sa rispondere.
-Ciao Will, buona fortuna.- La dottoressa chiuse la conversazione. Non c’era altro d’aggiungere.
Will allora posa la cornetta del telefono e si gira su se stesso e comincia a guardare il vecchio tetto ingiallito del suo appartamento, questa volta ha afferrato alla perfezione il concetto, e capisce che in otto mesi di terapia aveva buttato via 23 dollari a seduta. E Will ne aveva fatte tante. Ma, soprattutto, capì che la sensazione che aveva provato prima di svegliarsi era giusta.
Stava per cominciare l’ennesima giornata di merda.

7/09/2005 - rinox


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